Essenziali

  Un tempo mi piaceva farlo. Si produceva quel certo piacere che può capire solo chi prende con filosofia le file alla cassa, anzi le vede come un’occasione per osservare il mondo. Ma ora andare a fare la spesa è come un copione di un film di guerra. Mascherina e guanti, il gel disinfettante nella tasca.

  Il parcheggio è segnato dalle file distanziate delle persone, che Magritte aveva dipinto da mo’. Si entra numerati e si deve stare distanti. Una voce te lo ricorda spesso. Tutti in mano abbiamo una lista per evitare di perdere tempo o meglio di mettercene troppo. È per questo che sono stati sigillati alcuni scaffali dei generi ritenuti non essenziali. Vorrei tanto sapere chi ha pensato che un tegame, degli slip o i Carioca non fossero indispensabili. Non si è mai cucinato tanto come in questo periodo a stare sulle moderne cronache digitali. I bambini sono a casa da settimane e colorare credo potrebbe far bene anche agli adulti, come profani monaci a riempire mandala per il futuro. Per non dire degli slip…che siamo in braghe di tela si era capito uguale. Non credo ci attarderemmo davanti alle varie marche di questi oggetti, come una volta si stava nelle boutique, a fare trebbo e passarci il tempo, ma vederli sbarrati, incartati, si rilascia una sensazione sgradevole alla bocca dell’anima, oltre che a quella dello stomaco. Avrei comprato le traversine dei cani, per cimentarmi nell’autoproduzione di mascherine, ma neppure questo oggetto può essere comprato. Ma perché?! Le scatolette sì ma la possibilità di arginare la loro pipi, giammai. Spero davvero che non sia per non farci fare le mascherine. Vedete, andando avanti così si diventa complottisti...io passo, le prendo con la mano e proseguo. La carta da forno, altro oggetto del desiderio per la fabbricazione delle suddette, potresti acquistarla, se ci fosse ancora qualche esemplare in giro. Fiori e piante invece vivamente consigliati, che fanno allegria…ma i Carioca no! Sarà una mia deformazione di filologa lo capisco, ma è sempre una questione di parole: essenziali, quali sono gli oggetti essenziali? Perché non li avete spiegati, perché se io fossi a Bolzano potrei comprare i colori ma non le piante…di caos ne abbiamo abbastanza in giro per favore! Le sigarette essenziali ma i libri proibiti, anche questo ha un sapore di già visto. I giornali per fortuna sì, peccato che le edicole siano deserte come antichi simulacri di una civiltà passata. Tutti a leggere on line, perdendo così anche l’odore della stampa, diversa a seconda della testata, e perdendo anche il rumore della pagina che gira…ma girerà la pagina anche per noi?!
  Mi pare di vivere in un eterno Dopo di cui non ho il bugiardino: non so come assumerla questa nuova realtà, ha controindicazioni come diceva una volta Charlie Brown per la felicità?!, come essere umano, finito, avrei credo bisogno di indizi temporali, coordinate per affrontare lo scorrere delle ore e insieme poter essere equipaggiata per l’orizzonte che vorrei pizzicare. Sono un esemplare basico io della specie alla quale appartengo. Non ho bisogno di molto…mi manca per esempio la leggerezza del pedalare la mattina presto, l’idea che non vado Oltreoceano perché ho paura io di volare, il rumore che fa un cucchiaino nella tazzina di vetro piena di caffè, l’indecisione davanti a una libreria come se fossi da Tiffany, organizzare un soggiorno nelle Langhe tra letteratura e cantine, ascoltare il suono delle risate abitare una pausa pranzo tra colleghi, l’odore che i tigli fanno col sole fra un po', l’incoscienza di comprare scarpe come fossero pillole per l’esistenza, spacchettare una serata tra amici sui tavolini all’aperto, e il progettare tappe, più spesso dentro di me che fuori, lasciando fare di me, alla vita, un’altalena.